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Pubblicato sulla rivista mensile "Il Cittadino"  Maggio 2017

Le recenti tragedie causate dal terremoto a molti comuni di Lazio, Marche e Abruzzo hanno posto a tutte le comunità una drammatica e urgente domanda: può succedere anche a noi?

E’ un quesito lecito soprattutto a Subiaco e nell’Alta Valle dell’Aniene, territorio prettamente montano a ridosso degli appennini. L’unico vero rimedio contro i danni da terremoti è rappresentato esclusivamente da palazzi e abitazioni in grado di assorbire le scosse telluriche. Il terremoto infatti non è pericoloso per l’uomo, sono però pericolose le costruzioni dell’uomo se non sono state edificate correttamente.  

Poiché un censimento puntuale dello stato di ogni edificio della zona per comprendere il livello di rischio sismico del nostro territorio è impercorribile, dobbiamo rivolgerci a classificazioni e studi storici.

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Pubblicato sulla rivista mensile "Il Cittadino" Marzo 2017

Le prime voci non confermate si erano già diffuse nel luglio del 2016, ma purtroppo, a specifiche verifiche, non erano seguite sostanziali conferme. Invece ora è stato reso noto dal Comune di Subiaco che lo scorso 10 febbraio presso il Monastero di Santa Scolastica si è tenuta una riunione del tavolo tecnico finalizzato alla candidatura dei Monasteri Benedettini Sublacensi a patrimonio dell’Umanità. La candidatura risulta inserita insieme ad altri otto monasteri benedettini italiani nel progetto “Il paesaggio culturale degli insediamenti benedettini nell'Italia medievale” promosso dall’ufficio Unesco del Mibact.

Pubblicato sulla rivista mensile "Il Cittadino" Novembre 2014   

 

C’è un che di magico nella musica, quel mistero antico e universale che trasforma il suono in emozione, una vibrazione puramente meccanica che sorprendentemente si trasforma in vibrazione dell’animo. E in un concerto questa magia raggiunge l’acme. Musicisti e cantanti, ciascuno seguendo la propria linea melodica, si fondono insieme per diventare un tutt’uno. Un concerto è qualcosa che non esiste prima dell’istante in cui il direttore, sorridendo a coristi ed orchestrali, ordina con un gesto solenne l’esecuzione della prima nota, e svanisce nell’eco dell’ultima nota eseguita fusa imprescindibilmente insieme agli applausi del pubblico. Ogni concerto è quindi un unicum irripetibile, una mistura non riproducibile di fisicità ed emozioni che avvolge tutti: spettatori, musicisti e direttore. Per questo i due concerti effettuati nell’arco di ventiquattro ore dal Coro di Subiaco insieme alla Kammerorchester di Ochsenhausen, anche se prevedevano lo stesso repertorio, si sono trasformati in due eventi distinti. Due concerti che hanno regalato emozioni differenti: Il primo eseguito il 25 ottobre presso l’Abbazia di Sant’Anselmo all’Aventino a Roma ed il secondo il giorno successivo nell’Abbazia di Santa Scolastica a Subiaco. Concerti voluti dall’Abate di Subiaco per festeggiare la ricorrenza del 50 anniversario della proclamazione di San Benedetto da Norcia a Patrono d’Europa. Due lunghe cavalcate musicali capaci di fermare il tempo per oltre un’ora, trasportando tutti i presenti in un universo parallelo, quello dell’arte musicale.

 

 

Qualche giorno fa, una signora concludeva un post Facebock sulla situazione politica romana con questa avvertenza: “Attenzione su di voi veglia una Lupa”. Io credo che se la signora in questione avesse saputo cosa effettivamente si cela sotto il termine “Lupa”, non avrebbe fatto quella minaccia. Infatti questo avvertimento più che una pericolosa intimidazione, dovrebbe essere inteso come un osceno ammiccamento.

Vediamo il perché e torniamo al mito di Romolo e Remo.

 Pubblicato sulla rivista mensile "Il Cittadino" Ottobre 2014  

 

Ci sono storie sepolte dal tempo ma che formano la coscienza di una comunità. Ci sono storie sopite da anni che attendono solo di essere narrate, perché costituiscono l’anima di un popolo. La storia della accoglienza a Subiaco degli Armeni, fuggiti al genocidio del secondo decennio del novecento, è rimasta per anni solo nel cuore di chi l’ha vissuta. Andava però necessariamente riscoperta per meravigliarsi di fronte alla stupefacente capacità inclusiva dimostrata dalla comunità sublacense. Una comunità in grado di inglobare al suo interno una famiglia di profughi Armeni, scampati al terribile genocidio, dividendo con loro, nella semplicità, il niente che avevano, rendendoli parte integrante del loro quotidiano.