Qualche giorno fa, una signora concludeva un post Facebock sulla situazione politica romana con questa avvertenza: “Attenzione su di voi veglia una Lupa”. Io credo che se la signora in questione avesse saputo cosa effettivamente si cela sotto il termine “Lupa”, non avrebbe fatto quella minaccia. Infatti questo avvertimento più che una pericolosa intimidazione, dovrebbe essere inteso come un osceno ammiccamento.
Vediamo il perché e torniamo al mito di Romolo e Remo.
Nel mito Romolo e Remo sono i figli di Rea Silvia, figlia a sua volta del Re di Albalonga, Numitore, deposto e imprigionato dal fratello minore Amulio. I due gemelli, essendo diretti discendenti del deposto Re, vengono allontanati da Albalonga e affidati su una cesta alle acque del Tevere. Qui vengono tratti in salvo dal pastore Faustolo che li affida alle cure di sua moglie Acca Laurenzia. Divenuti adulti i due gemelli apprendono da Faustolo la loro origine reale, tornano ad Albalonga, uccidono Amulio, restituiscono il trono al loro Nonno e da questi ottengono di poter fondare una loro città. Ebbene, bisogna però sapere che Acca Laurentia, benché anch’essa figura mitologica, aveva un soprannome più che evocativo: era chiamata “la lupa”, termine con cui i romani indicavano le professioniste del mestiere più antico del mondo. Acca Laurenzia era cioè una prostituta! Dire allora che Romolo e Remo furono allevati da una Lupa significa letteralmente dire che sono stati accuditi da una meretrice. La Lupa di Romolo e Remo è quindi una “lucciola” e non certo da una femmina di Canis Lupus.
Come possiamo affermare ciò? Partiamo dalle fonti letterarie. La fonte più autorevole con cui confrontarci è sicuramente Tito Livio. Egli, nel raccontare il mito di Romolo e Remo, sostiene che fu una femmina di lupo a portare in salvo i due gemellini dalle acque del Tevere e che li allattò fino all'arrivo di Faustolo, il quale li prese per affidarli a quella “lupa” di sua moglie, Acca Laurentia. Poiché in un mito è impossibile ci siano due protagonisti con il medesimo nome, una delle due lupe della storia è sicuramente inutile. Ora poiché Acca Laurentia accudisce i gemelli finché questi non diventano adulti, la lupa inutile alla storia non può che essere la femmina del Canis Lupus. Quindi la Lupa a cui il mito non può rinunciare è proprio Acca Laurentia. E’ importante sottolineare come Tito Livio scrive la sua opera per esaltare la grandezza dell’epoca repubblicana in opposizione all’avvento dell’Impero. Egli ha quindi l’esigenza impellente di nobilitare l’origine di Roma e sfrondare il mito da ogni sconveniente implicazione. Per questo quindi gli è utile introdurre la femmina di lupo, per annacquare il peso della vera “Lupa” capitolina, figura eticamente sconveniente. Infatti ci sono altre fonti che lo contraddicono. Il Lattazio, non dovendo rivisitare il mito per scopi politici, raccontata infatti la fondazione di Roma nel suo Divinae Istituziones senza far alcun riferimento all’esistenza di una lupa a quattro zampe, e narra della sola Acca Laurentia, la Lupa moglie del pastore Faustolo.
Bisogna quindi essere ben coscienti che l’immagine di Romolo e Remo a bocca aperta in ginocchio sotto il ventre di una femmina di lupo non è altro che una fuorviante operazione di marketing architettata per nasconde una scomoda verità: la Lupa che allattò Romolo e Remo era una donna e di mestiere faceva la mignotta.
Ci sarà stato infatti un motivo per cui le legioni romane non portavano certo come vessillo una lupa! Sai le risate a battagliare avendo come insegne di combattimento una meretrice! Sarebbero venute in mente tutt’altre voglie piuttosto che quella di farsi ammazzare!
Quindi, cara signora, che “una Lupa” vegli su di noi non credo metta spavento; è da quando esiste il mondo che le lupe vegliano su tutta l’umanità!
Un ultimo pensiero va a tutti coloro che portano in giro bandiere, stemmi e abiti con impresso lo stemma con la lupa. Sinceramente non credo ostenterebbero così tanto questo simbolo se fossero realmente coscienti che si stanno fregiando del vessillo iconico di una prostituta dell’antica Roma!