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Ritratto del Cardinale Luigi Macchi Il Cardinale Luigi Macchi (Viterbo 03/03/1832 - Roma  9/03/1907) rappresenta per Subiaco una figura storica  di  primaria importanza. il Macchi è l'ultimo Cardinale  Commendatario di Subiaco ad aver vissuto alla Rocca  Abbaziale. 

E’ impressionante, viaggiando da Subiaco per Roma, notare lungo il corso del fiume Aniene i moltissimi terreni, solitamente infestati da erbacce e rovi, quest’anno invece arati e zappati alla perfezione e le prime timide piantine che cominciano a farvi capolino tra le zolle. Da decenni probabilmente non si assisteva a questo spettacolo nella pianura fluviale: i terreni incolti in minoranza rispetto alla parte coltivata. Un fenomeno assolutemente spontaneo ha evidentemente riportato la popolazione del territorio a riconsiderare fondamentale il lavoro della terra. Non siamo infatti in presenza di nessun piano di sviluppo agricolo promosso da enti pubblici locali o regionali (a Subiaco ad esempio non esiste neanche l’assessorato all’agricoltura) o in presenza di una massiccia campagna di convegni sul tema. No! La “gente”, di propria iniziativa, ha di fatto rimesso ai primi posti della scala dei valori la cura della terra. Probabilmente il combinato disposto della crisi economica e della crisi di credibilità dei cibi da produzione industriale ha fatto scattare quella molla che ci restituisce finalmente discendenti di quella fantastica e millenaria cultura contadina frettolosamente abbandonata nella valle, e fors’anche rinnegata, alcuni lustri or sono. La cura della terra ora invece inizia ad essere considerata una  mancipazione personale, lo spazio del futuro dove scatenare positive pulsioni rivoluzionarie.

 

Articolo pubblicato dal mensile "Il Cittadino" Aprile 2013.

 

Nei momenti di maggior disagio la forza per ripartire si ricerca nella propria identità, nel proprio intrinseco essere, nelle ragioni comuni dello stare insieme al proprio gruppo sociale, in definitiva nella risposta alla fatidica domanda “chi sono io?”. In questa fase di profonda crisi che la città di Subiaco sta attraversando – crisi economica, sociale, politica, demografica e culturale - la comunità possiede un’identità comune a cui rifarsi per ritrovare lo spirito e la forza per rimettersi finalmente in cammino? Esiste un tema, un sentimento, un mito, una modalità di rapportarsi tra noi e con gli altri che possa essere indicato come simbolo di appartenenza a cui aggrapparsi? Esiste la “sublacensità”?

Articolo pubblicato sulla rivista mensile "Il Cittadino" Maggio 2013

 

Evidente e drammatica la voragine che si è creata nel tetto della torretta nel lato nord della Rocca Abbaziale di Subiaco. Il crollo è avvenuto in corrispondenza dell’ala che ospita l’ambiente più intimo e prezioso dell’antico maniero: lo studiolo del Vescovo Marcantonio Colonna, una piccola stanza quadrata con il soffitto a cassettoni che ospita meravigliosi affreschi della seconda metà del ‘500, tra i quali una delle poche illustrazioni dei giardini all’italiana lungo le sponde del fiume Aniene, anticamente noti come gli Orti dei Colonna.

Pubblicato su "Il Cittadino" di Novembre 2012

 

Concerto memorabile del Coro di Subiaco nel duomo di Orvieto lo scorso 27 ottobre. Memorabile per molteplici ragioni. Memorabile perchè tenutosi in una cornice architettonica e religiosa di importanza straordinaria come il duomo gotico della città umbra. Memorabile per ragioni musicali. Il Coro di Subiaco e l’Orchestra Estro Armonico di Roma con i solisti Giuseppe Ruggero, tenore, e Seungwa Jeong, baritono,  sotto la direzione del maestro Fernando Stefanucci, coadiuvato per il coro dal maestro Stefano Quaresima, hanno eseguito la Messa di Gloria di Mascagni. Messa eseguita per la prima volta nel 1891 proprio nel Duomo di Orvieto sotto la direzione di Mascagni stesso. E’ stato quindi replicato un evento musicale storico a distanza di oltre cento anni.

Memorabile anche il motivo del concerto: omaggio che Subiaco ha voluto tributare a S.E. Mons. Benedetto Tuzia, attuale Vescovo di Orvieto-Todi. Nato e cresciuto a Subiaco, dove divenne sacerdote, Mons. Tuzia è diventato ordinario dell’ importante diocesi umbra dal giugno di quest’anno.

Una folta rappresentanza di sublacensi si è quindi unita al Coro per incontrare e salutare Mons. Tuzia e insieme al vescovo hanno potuto  assistere ad un concerto musicalmente eccezionale e che ha riscosso un entusiastico tributo finale. Invece del bis poi, il coro e l’orchesta hanno eseguito il Tantum Ergo di Schubert, possente brano a quattro voci in omaggio all’importanza di Orvieto nella storia della devozione eucaristica.

Al concerto era presente il Sindaco di Subiaco con molti esponenti della  giunta comunale e l’Abate dei Monasteri di Subiaco. Ad accoglierli l’assessore alla cultura del comune di Orvieto.

Piacevole e commovente il discoso di ringraziamento del Vescovo Tuzia che  ha sottolineato come la collaborazione e l’accordo  permetta all’uomo di raggiungere risultati eccezionali, nella musica e nella vita.