Il derby tra le squadre di calcio della capitale italiana non ha eguali in tutto il mondo. La peculiarità di questa sfida infatti non è paragonabile a nessun’altra stracittadina. Negli altri derby c'è in palio il “predominio”, calcisticamente parlando, della città: un quartiere su un altro, una classe sociale su un altra, uno indirizzo politico verso un altro, ma a Roma no: a Roma è diverso.

Quando un calciatore arriva in una delle squadre romane la prima cosa che gli chiedono non è di vincere trofei importanti, nazionali o internazionali, ma di vincere il derby!

Quanti allenatori hanno scoperto sulla propria pelle la gravità di affermazioni del tipo: “il derby? Una partita come un’altra” patendo sonore sconfitte.

Solo dopo averlo vissuto se ne comprende l’importanza: in palio non c’è la supremazia cittadina, in palio c’è il diritto dell’esistenza in vita!

Proprio così: vincere il derby a Roma significa: “Esisto io in questa città”.

Bisogna conoscere la storia del calcio romano per cogliere questa inconscia esigenza di esistere insita nel derby capitolino.

La Lazio nasce all’alba del secolo XX, il 9 gennaio 1900, nel centro di Roma, nel quartiere Prati e porta per la prima volta un pallone di calcio all’ombra del colosseo nel 1901. E', di fatto, la prima squadra della capitale. Nei primi decenni del secolo scorso La Lazio è la squadra di calcio di Roma per antonomasia, anche se vengono fondate altre società. Disputa diverse finali scudetto e viene insignita del titolo di Ente Morale.  In quel periodo La Lazio è il calcio romano.

Ma ad un certo punto, nel 1927, seguendo uno dei vari deliri propagandistici del ventennio, un Federale abbruzzesa, Italo Foschi, già responsabile di una (o due, qui la storia non è chiara) società di calcio capitoline, decide che non sia accettabile che la capitale dell’Impero venga calcisticamente rappresentata da una squadra chiamata “Lazio” e tenta il colpaccio: fondere due (o tre, anche qui la storia è contraddittoria) società minori, e inglobare la Lazio, cancellandola, per fondare la A.S. Roma. Il piano era praticamente quasi riuscito se non fosse intervenuto un altro Gerarca, Giorgio Vaccaro, sollecitato dalla dirigenza biancoceleste. Nonostante il telegramma recapitato alla dirigenza laziale, con l’ordine di presentarsi al cospetto di Foschi per importanti comunicazioni, Vaccaro blocca il progetto. Nominato Vicepresidente della Lazio convince il gota del Partito che la Lazio non può essere cancellata. Il piano di Foschi praticamente fallisce: pensato per cancellare la Lazio crea di fatto una situazione duale irrisolvibile: La Lazio continua ad esistere e la A.S. Roma non rappresenta il calcio romano.

E’ questa storia, magari dimenticata, magari misconoscita, magari non metabolizata, ma assolutamente presente, che rende il derby capitolino unico nel mondo.

Ogni volta che vince la A.S. Roma è come rivendicare che il piano di Foschi era giusto, ogni volta che vince la Lazio è come ribadire che il calcio, a Roma, è sempre e solo la Lazio.

Il diritto ad esistere è la vera posta in palio ogni qual volta Lazio e Roma si sfidano!