Ho trovato questo brano in un libro comprato diversi anni addietro ma, chissà per quale motivo, iniziato a leggere sono adesso. E' il ragionamento espresso da uno dei personaggi  e rappresenta la perfetta spiegazione del motivo per cui non ho mai permesso a questo sentimento di frequentare il mio animo. Spero che chiunque, leggendo questo passaggio, possa tenere il più possibile lontano da se questa sventura. Chiaramente questo post non deve essere inteso come un messaggio subliminale diretto a qualcuno. 

“L'invidia è la religione dei mediocri.

Li consola, risponde alle inquietudini che li divorano e, in ultima istanza, imputridisce le loro anime e consente di giustificare la loro grettezza e la loro avidità fino a credere che siano virtù e che le porte del cielo si spalancheranno solo per gli infelici come loro, che attraversano la vita senza lasciare altra traccia se non i loro sleali tentativi di sminuire gli altri e di escludere, e se possibile distruggere, chi, per il semplice fatto di esistere e di essere ciò che è, mette in risalto la loro povertà di spirito, di mente e di fegato. Fortunato colui al quale latrano i cretini perché la sua anima non apparterrà mai a loro.”

E, come gli risponde l'interlocutore. "Amen!"!