Quando il pittore belga Joachim Beukelear dipinse questa opera intorno al 1560 non credeva certo di interpretare le moderne toerie di marketing e della comunicazione di massa. Questo quadro infatti, un olio su tavola di circa  1 metro per 1,70, è la dimostrazione pittorica di quanto possa essere ingannevole la comunicazione. 

In primo piano una quantità spropositata di cibo, magistralmente dipinto in ogni dovizia di particolari. Un esplicito invito al banchetto e alla convivialità. Frutta, legumi, ortaggi, cacciagione, ampolle, brocche e salse in attesa di essere esaltato da un grande cuoco in un tripudio  di sapori. L’occhio dell’osservatore non può che perdersi beatamente in questa abbondanza, anche con un pizzico di languore. 

Ma in alto a destra c’é una piccola scena. Occupa circa un diciottesimo dell’opera e passa quasi inosservata. Tre figure umane si avvicinano a questa tavola imbandita mentre discutono. Al centro un uomo vestito di rosso e ai suo lati altri due uomini. Impensabile, ma il vero soggetto dell’opera è invece questa scena marginale: Cristo e i discepoli di Emmaus. Beukelear ci ha fregato! Ha catturato la nostra attenzione su particolari secondari lasciando sullo sfondo il vero messaggio del suo quadro. 

 

Questo opera é quindi l'esempio lampante di quanto possa essere ingannevole la comunicazione. Con estrema maestria si può distogliere l’attenzione dell’osservatore dal vero nocciolo di una questione, sventolando sotto il suo naso dettagli accattivanti ma al contempo fuorvianti rispetto alla verità.  

Ben lo sanno i pubblicitari, ma ben lo sappiamo soprattutto noi a Subiaco. 

In questi ultimi anni infatti la comunicazione ha sopraffatto la verità. Sommersi da cartelloni, da proclami, da pannelli, da striscioni, da apparizioni televisive, da inaugurazioni faraoniche ci siamo distratti dal considerare quanto di strutturato ci venga nascosto da questi messaggi. Cambiare un cartello all’ospedale non ha salvato la struttura. Tenere coperto il Narzio con un telo non lo ha reso uno spazio utilizzabile. Essere nel club dei borghi d’Italia non ha riqualificato il centro storico. Questi sono inganni comunicativi alla stregua del quadro di Beukelaer.  

L’inganno della comunicazione poggia pero' sulla pigrizia mentale: il dettaglio esaltato inibisce la voglia di considerare l’intera vicenda. Ecco, svegliamoci dal torpore. La narrazione di questi anni è una ingannevole affabulazione che cerca di irretire la visione completa delle vicende nascondendo il cuore delle questioni. Ora é il momento di dare alle verità di questi ultimi anni sublacensi la possibilità di essere disvelate.