Articolo pubblicato dal mensile "Il Cittadino" nel numero di Ottobre 2012

 

Gli studenti delle scuole di Subiaco hanno trovato molte novità al loro rientro lo scorso 13 settembre. Novità che chiaramente coinvolgono anche la vita quotidiana dei loro genitori e dei loro insegnanti.

In realtà sono state delle decisioni nazionali a determinare i cambiamenti più rilevanti. Sotto la scure della spending review due fondamentali accorpamenti hanno modificato il panorama degli istituti scolastici sublacensi: il circolo didattico della scuola primaria si è unito alla scuola media, in un unico istituto comprensivo, mentre gli istituti superiori  Braschi e Quarenghi sono stati fusi in un mega Istituto Superiore multidisciplinare (Liceo Classico, Scientifico, Linguistico, Scienze Umane, Ragioneria, Geometri, Informatica). Alla guida dell’Istituto Comprensivo Elementari Medie è stato confermato il dirigente del circolo didattico Dott. Gianfranco Trombetta, mentre la direzione dell’Istituto Superiore è stata affidata alla Preside del Braschi Dott.ssa Giacoma Missimei. Le lunghe storie di istituti gloriosi come la scuola media Angelucci, Il Quarenghi e il Braschi, quest’ultimo risalente agli anni trenta, sono quindi  fatalmente terminate con l’anno scolastico 2011/2012. Novità buona o cattiva? Sicuramente aumenta il livello di complessità gestionale mentre al contempo diminuiscono le risorse a disposizione. Ne trarrà benefici la didattica? Vedremo.

Una notizia sicuramente positiva è invece la riapertura del plesso scolastico dell’Oliveto Piano. Chiuso nel 2009 dopo il terremoto dell’Aquila (sussistono ancora molti dubbi se i problemi strutturali dell’edificio fossero preesistenti o meno) è stato finalmente restituito ai bambini e agli insegnanti. Finisce quindi finalmente per loro lo strazio, durato oltre due anni scolastici di andare ramenghi, ospiti di strutture di fortuna non scolastiche o degli altri plessi. Proprio all’Oliveto Piano il Sindaco di Subiaco, Francesco Pelliccia, ha inaugurato l’anno scolastico in una cerimonia festosa che ha formalmente riconsegnato ai bambini le proprie aule. Molto del recupero è dovuto all’impegno di alcuni volontari che hanno lavorato alla sistemazione degli ambienti più importanti, ma restano ancora da bonificare alcuni spazi secondari.

Primo giorno di scuola complicato invece per i bambini e le mamme degli alunni della scuola elementare di Piazzale delle Arti. Una carenza di informazione ha generato il caos. Il piazzale antistante l’edificio, in una zona assolutamente svantaggiata dal punto di vista della mobilità, è stato vietato alla sosta e al parcheggio nelle ore mattutine. Scene di panico e grosse litigate, con i genitori impossibilitati a scendere dalla macchina per accompagnare i bimbi nelle classi, e costretti a portare subito via l’auto lasciando i figli sulle scale. Con una opportuna e tempestiva campagna di informazione, quindi, si sarebbero potute evitare molte tensioni.

Ma quale sarà il futuro delle scuole sublacensi? Sicuramente, se interpretati in maniera opportuna, saranno di fondamentale importanza i ruoli dirigenziali dei due istituti, ricoperti da dirigenti sublacensi, che dovranno diventare, insieme a tutto il corpo docente, i punti di forza per la costruzione di una proposta formativa adeguata e di livello.

Ma è il dato sull’andamento della popolazione scolastica che deve farci riflettere. Cominciano infatti ad essere palesi le prime conseguenze della diminuzione e del progressivo invecchiamento della popolazione locale. Quest’anno infatti è stata chiusa la scuola elementare di Jenne e le prospettive per gli anni a venire non sono affatto incoraggianti. Dati statistici (fonte www.tuttitalia.it ) indicano una netta e costante diminuzione della popolazione in età scolare. Confrontando il numero degli studenti del 1994, i maturandi di quest’anno scolastico, con i bimbi nati nel 2007, i frequentatori della prossima prima elementare, notiamo una riduzione di oltre il 40%. Meno bambini,  quindi meno studenti, meno professori, meno formazione, meno cultura, e di conseguenza meno famiglie, meno affitti, meno opportunità, meno idee  e meno lavoro.

 

 

Guardando allo stato di salute delle scuole possiamo intuire quale potrà essere lo stato di salute di Subiaco tra qualche anno. E’ sicuro che urge una profonda riflessione su questo tema.