Pubblicato sulla rivista mensile "Il Cittadino" Dicembre 2014   

 

Subiaco - Una bella idea e il suo successo sono separati dalle modalità di realizzazione. Tante belle intuizioni si sono poi rivelate dei clamorosi flop solo perché le scelte realizzative ne hanno compromesso irreparabilmente il risultato. E’ il famoso adagio della montagna che partorisce il topolino. Prendiamo ad esempio il rifacimento del monumento ai caduti di Subiaco. Ad un certo punto, anche se in realtà non vi era evidente bisogno, si decise il rifacimento di tutta Piazza Gerardo Lustrissimi, con annesso l’ampissimo spazio panoramico del monumento ai Caduti.

 

 

Il progetto sulla carta era indubbiamente molto affascinante. La piazza e il monumento apparivano un tutt’uno, un luogo di ampio respiro che invogliava all’incontro, un’idea che induceva a trascurare la presenza della strada statale, relegandola a componente secondaria della scena.

 

Nessuno ebbe a ridire. Sembrava finalmente la conquista di quella agorà che a Subiaco non è mai esistita.

 

E invece? E invece bisogna dire ciò che molti a Subiaco pensano ma tacciono: il risultato finale è stato veramente deludente! Non è stata la piazza a inglobare la strada, ma la strada a fagocitarsi l’intera piazza. Sembra che ad essa siano state affiancate due grosse e inaccessibili aree di sosta. Gli spazi non si sono uniti e l’idea iniziale è andata perduta. Fallito l’obiettivo, tutto ha perso di equilibrio. Il cippo del complesso bronzeo spostato più avanti, ad esempio, aveva senso in una piazza considerabile unica. In una area separata in due lobi, il cippo ora risulta inspiegabilmente decentrato rispetto al proprio spazio di appartenenza. Il nuovo monumento ai Caduti è quindi diventato un luogo inconfortevole e respingente, dove risulta difficile trovarsi a proprio agio.

 

Esiste una responsabilità in tutto ciò? Non credo esista un colpevole; la causa dell’insuccesso è nella nostra mentalità! Noi abitanti dell’Alta Valle dell’Aniene, impossibilitati al confronto dai nostri monti, non siamo in grado di prestare attenzione ai dettagli. Ed è invece nei dettagli che si esalta la qualità! Crediamo che fare una cosa in un modo o in un altro non ne pregiudichi il risultato; che non possa esserci differenza tra una pavimentazione in sampietrini di selce color asfalto e una in cubetti di porfido marroncini; che decorazioni ottagonali siano equivalenti a quelle di forma circolare. No, invece c’è un abisso! Pranzare su una tavola apparecchiata di tutto punto fa la differenza. Si può anche mangiare con le stoviglie scompagnate, ma il piacere, per chi sa coglierlo, verrà irrimediabilmente vanificato.

 

Non curare i dettagli porta alla sciatteria, ma stare in silenzio non porta a nulla. Ad un certo punto bisogna pur dirlo che il re è nudo!